Capitoli 1-2-3-4
Capitolo 1(scritto da Notte, sistemato da Lunyra)
Era una splendida mattinata e il Sole era sorto da poco. Tutto il branco si stava dando da fare per preparare la colazione, tutti tranne Notte, che come al solito stava dormendo beata, era infatti stata sveglia tutta la nottata e si era addormentata da poco. "Ehi su, svegliati! Notte, mi serve una mano per cacciare......" " Si, si arrivo subito." "Dici sempre così...." Lunyra andò a prendere dell'acqua e la lanciò addosso all'altra draghessa. " Che stai facendo?! Stavo dormendo così bene!" " Dai su, alzati, mi serve una mano per cacciare" "ok, arrivo, lasciami solo dormire altri cinque minuti e......" "No, questo no. Altrimenti quei cinque minuti diventano mezzora! Oggi è il nostro turno di caccia." "Ok, vengo, andiamo." A quel punto si alzò e si diresse verso l'uscita della grotta. Appena mise fuori il muso, il Sole l'accecò: non amava il giorno, preferiva di gran lunga la notte.
Si alzò in volo e disse " Allora Lunyra vieni si o no? Prima andiamo prima posso tornare a dormire" "Sei sempre la solita" "Hai ragione, non cambierò mai, e poi amo prenderti in giro. Facciamo una gara, la prima che arriva a quell'albero laggiù vince" annunciò indicando un'albero "Sei pronta? VIAAAAAA!" "No, aspetta, non sono pronta!" ma Notte era già partita, veloce come il vento. Con un battito d'ali Lunyra si lanciò all'inseguimento, l'aveva quasi raggiunta, quando quest'ultima arrivò all'albero e vinse la gara. "Non ero pronta quando hai dato il via, voglio la rivincita!" "Ok, ok, hai ragione, però dopo aver trovato la colazione." "Ovvio!" Proprio in quel momento vide passare un cervo proprio nella radura sotto di lei. "Shhhhhhh, fai silenzio, guarda chi c'è sotto di noi...." La draghessa ambrata abbassò lo sguardo e notò subito la preda "Dobbiamo fare piano, mi raccomando, fai silenzio..." In quel momento Notte si lanciò sul cervo e quest'ultimo non fece in tempo ad accorgersi del pericolo imminente: la draghessa lo aveva colpito con i suoi artigli proprio al collo e l'animale era morto all'isante. "Visto? Sono bravissima! Ora manca solo qualche altra preda e sfameremo l'intero branco." "Ti avevo detto di aspettare! Lo sai che certe volte il tuo atteggiamento non mi piace!" "Dai non essere così scontrosa, d'ora in poi ti ascolterò." "Dici sempre così, ma non lo fai mai...." "Stavolta lo faccio sul serio, promesso! Ora sbrighiamoci, gli altri avranno fame." Cacciarono molte altre prede e soddisfatte si diressero verso la radura nella quale viveva tutto il loro branco.
Lunyra odiava con tutto il cuore qualcuno che non obbedisse ai suoi ordini. Era abituata a un rigido regolamento militare, aveva per una vita avuto a che fare con reclute, soldati e comandanti violenti, era abituata a far eseguire gli ordini categoricamente e senza fiatare nemmeno. E subito. Invece quella dragonessa non solo non l'ascoltava minimamente, ma anche si permetteva di ribattere. "Un comportamento intollerabile" pensò Lunyra. "Nel mio esercito, questo comportamento sarebbe stato punito con punizioni draconiane... non vorrei avere perso la mia autorità. Sarebbe imperdonabile da parte di un ex -capo dell'Esercito." pensò con acidità.
"Ehi, siamo tornate con la colazione!" disse Lunyra. "Alla buon ora ragazze!" Si voltarono e videro arrivare Kain Keru, l'unica grifona del branco, almeno per il momento. Era una dei membri più anziani e amava stare sola: era quindi raro vederla nella radura, anche se in quel momento era normale; probabilmente stava aspettando lì per mangiare, poi si sarebbe ritirata come a suo solito. "Finalmente si mangia!" disse Angel. Quest'ultima era una draghessa bianca, la prescelta della Dea Theodora che le stava insegnando a controllare la luce. Sapeva farsi amare, era infatti la più dolce del branco e nessuno riusciva a resisterle, tutti tranne Notte, alla quale non andava a genio. Angel stava imparando a controllare la luce, mentre la draghessa nera poteva controllare l'oscurità e avere una presenza come lei vicino non le piaceva, soprattutto perché le ricordava i suoi poteri che lei odiava: infatti non li usava mai. Notte lasciò dei pezzi di carne sul terreno e si allontanò con due miseri conigli tra le fauci: essendo agile e snella non aveva bisogno di mangiare in grande quantità. "Vado a riposare, non svegliatemi perfavore." così dicendo si diresse verso la caverna dalla quale era uscita poche ore prima. Intanto tutti i membri del branco erano accorsi a mangiare: c'erano Ayline, la fata che sapeva controllare la Natura, Twilight, un'imponente dragona, e Raelgiel, uno dei pochi draghi magenta ancora in vita, più naturalmente gli altri che erano già presenti. "Che le sarà preso?" chiese Angel "Bhe, mi sembra ovvio, tu non le piaci" disse Kain Keru. Poi aggiunse "Vado a parlarle" Si diresse verso la caverna ma venne fermata da Lunyra "No, lasciala stare, in questi momenti devi lasciarla sola. Fidati, la conosco bene." disse con tono addolorato. Kain Keru come tutto il branco non sapeva niente del passato di Notte, d'altronde quasi nessuno sapeva niente di come vivessero prima gli altri membri del branco. Dicevano sempre "Il passato è passato, adesso siamo nel presente e viviamolo al meglio."
Capitolo 2 (scritto da Lunyra, sistemato da Notte)
A mezzogiorno il Sole scottava troppo per mettersi in cammino. Tutto il Branco era in pericolo.
Decise - ordinò - di fermarsi a riposare in una radura. Da quel momento fecerto tutti i fatti propri: Notte si rintanò in una grotta vicina per stare al fresco, Raelgiel si tuffò in una delle sue solite contemplazioni della natura, questa volta ce l'aveva con i funghi commestibili e quelli velenosi (lei lo sapeva bene, aveva dovuto sorbirsi quattro ore di distinzione dei funghi...), Kain svolazzava poco più in alto, Ayline si era fermata a chiacchierare con una colomba; Angel prese a sbadigliare sotto un pioppo e Twilight si divertiva a tuffarsi nel vicino fiumiciattolo. Solo Lunyra non aveva niente da fare, e rimpianse di non essere nata - drago da biblioteca - come l'amica magenta. Preferì seguire l'esempio di Kain e si addentrò nel bosco.
La Foresta era un miscuglio di voci armoniose e scene di lotta; dove non prevalgono né la Luce né le Tenebre, dove in una radura può nascere un nuovo drago, e poco lontano può caderne uno sconfitto. Lunyra si fermò assorta ad ascoltare le ali che si sbattevano delle Fenici, lo scalpitìo degli zoccoli dei Centauri e altri piccoli rumori e suoni che il suo udito - migliorato dopo anni di guerre e battaglie - le permetteva di sentire.
Cominciò a pensare con odio a Notte. Le voleva bene, poco ma sicuro, ma come si permetteva di disobbedire a un comandante? In tempi di guerra poi, dove l'ordine e l'obbedienza sono determinanti per la vittoria. Non può esistere un buon esercito senza buoni comandanti, ma nemmeno senza reclute obbedienti e sottomesse fino all'ultimo.
Peccato però che la Foresta fosse amica, ma solo in parte: da un lato ci sono i richiami armoniosi degli unicorni, dall'altra i tremanti ruggiti di rabbia di enormi belve che bruciano dove passano... e Lunyra si immobilizzò per ascoltare uno di quei ruggiti..
Un enorme, furioso Minotauro la stava guardando, con gli occhi iniettati di sangue, dritta negli occhi. Dopo un attimo di esitazione, Lunyra abbassò la testa e mostrò le fauci al nemico, alzando a mezz'aria le ali per sembrare più grande e minacciosa. Il Minotauro mostrò i corni appuntiti, poi caricò. Dopo pochi secondi, Lunyra si trovò l'enorme creatura sotto gli occhi, e non riuscì a scansare il colpo. Finì a gambe all'aria e sbattè il muso su una pietra, facendola sanguinare. Il Minotauro si preparò al colpo ferale, ma Lunyra si rialzò. "Sono fuori allenamento" ammise a sé stessa, "ma questa è una lotta che mi può costare molto cara..." si alzò sulle zampe e sputò una fiammata potentissima di fuoco. Il Minotauro, come d'altronde ogni creatura, si soffermò un istante sul da farsi e girò i tacchi. Impegnato in una corsa furiosa fuori dal campo visivo della dragonessa - evidentemente aveva capito che c'era poco da scherzare - , il Minotauro s'infilò ruggendo tra le fronde .
Lunyra tornò nella radura dai propri compagni... promettendosi di allenarsi duramente. Erano tempi bui quelli, un nemico enorme e apparentemente invincibile mieteva vittime su vittime e creature su creature e draghi su draghi... non bastava solo la forza contro un nemico così, serviva anche l'intelligenza, la sapienza e la tecnica.
E Lunyra stava perdendo tutte queste cose...
Capitolo 3 (scritto da Kain Keru, sistemato da Notte)
Era mattina e quando mi svegliai, dissi tra me e me "Vorrei allenarmi un po' da sola...Solo che mi seguirebbe qualche cucciolo di drago, visto che sono l'unico Grifone di questa terra..." ma non me ne importava, volevo essere 'matura' e credere in me stessa!
Quando arrivai, feci un sospiro di sollievo e dissi "Fihuuu....ancora non mi sono abituata a stare in compagnia..." ma poi sentii "Kain!" saltai subito in aria e dissi "CHI E' STATO?! Sono pronta a combattere!" ma quando uscì dal cespuglio la creatura che mi chiamò, era solamente Notte. Dissi "Che ci fa qui, Capobranco?! Non...Non dovrebbe dormire?!" lei disse "Kain, perfavore, sai che non mi piace quando mi dai del LEI, mi fa sentire vecchia! Comunque sono venuta qua per parlarti dei tuoi genitori: li avevo conosciuti molto tempo fa, durante una delle mie scorribande...." a quel punto il suo viso si rabbuiò, ma solo per poco, poi tornò quello di sempre. Io dissi "Maestà, la prego di parlarmene...... cioè, volevo dire, Notte, ti prego, parlami dei miei genitori!" "Kain, te lo avrei raccontato lo stesso, sono venuta qua apposta!" Lei cominciò a raccontarmi di tutto quello che sapeva sulla mia famiglia, ma ci fu una cosa che mi colpì e incuriosì di più: i miei genitori erano dei guerrieri molto potenti ed erano tutti e due dei draghi! Non era molto normale che un Grifone nascesse da due draghi, ma così fu il destino e non si sa il perché mi avessero abbandonato...
Mentre stavo per dirgli "Ti prego Notte, parlami ancora di loro!" lei se ne andò da Lunyra che l'aveva chiamata.
Io pescai un po' al fiume dove mi fermai e presi ben due tonni, cinque salmoni, otto spigole, poi, salendo in picchiata, andai alla ricerca di altre prede di terra ferma e, andando giù in picchiata velocissima, catturai con le fauci e le mie unghia dei piedi 2 lepri e 3 alci!
Li portai al branco per fare il pranzo e tutti erano stupiti! Mi fecero tanti complimenti, tipo "Kain, ma sei un portento!" e altri "WOW! Certo che ce l'hai a pennello il ruolo di guerriera e cacciatrice!" ma non feci nessuna reazione, ormai ero abituata....
Capitolo 4 - scritto da Twilight
Forse la mia storia sarà corta,ma sicuramente sotto ci sarà ben di più. Per non farmi tormentare da quei pensieri mi misi ad osservare la mia immagine riflessa nell'acqua. Per un minuto vidi la mia immagine,ma dopo vidi l'immagine di mia madre. Me la ricordavo ancora. Con le lacrime agli occhi,dissi a mia madre:"Perché quel drago era nostro nemico? Perché ci hai voluto proteggere? Tu eri tutto quello che avevo..." ma purtroppo quella non era la mia vera madre,era solo un immagine che rifletteva. In poche parole,era come se stessi parlando al vento. Ad un certo punto dal cespuglio dietro di me sentì una voce che mi disse:"Che ci fai qui?" mi voltai di scatto e quando vidi Lunyra mi presi un colpo. "Ahhhhhh!!!! Mi hai fatto prendere un colpo...". "Scusa,non l'ho fatto apposta" rispose. Ci osservammo per un po',poi lei mi riformulò la domanda:"Perché sei qui?". "No niente,stavo pensando al mio passato..." "Non pensare al passato,pensa al futuro" rispose "Bisogna sempre pensare il lato positivo... tua madre era così iprotettiva con te e tuo padre che ha voluto sacrificarsi..." aveva ragione,ma poi ribbattei:"E allora perché quel dragone ci ha voluto ammazzare? Per divertimento? A questo punto preferivo diventare come Kain,che era un'assassina solitaria! Non me ne importava niente se mia madre moriva per un altro motivo,e quindi moriva non per essere stata ammazzata da qualcuno! E non me ne importava niente se al posto di nascere drago nascevo grifone! I draghi certe volte sono più malvagi di quello che sembrano!" Lunyra mi guardò storto e a quel punto io scappai via di corsa per essermi pentita di aver detto quella frase allontanandomi dal territorio. Mi sdraiai su una pietra e mi misi a pensare a quello che avevo detto. Non volevo ferire i sentimenti di Lunyra nè degli altri draghi... avevo offeso loro,me stessa,i miei genitori,i miei nonni... avevo offeso tutti i draghi,soprattutto i miei parenti. Dopo un po' scorsi da lontano un grifone che stava pescando in un piccolo laghetto... che fosse Kain? Mi avvicinai lentamente,cercando di non farmi sentire. Proprio quando arrivai il grifone aveva trovato un pesce grosso un metro e mezzo. Riconoscetti subito il grifone:eh sì,era Kain! Essa però mi vide e mi chiese:"Che è successo?" Sicuramente avevo visto la mia faccia mezzo triste e mezzo arrabbiata. Risposi:"Ho ferito i sentimenti di tutti i draghi che vivono in questo branco... inclusi i loro parenti... io non volevo offendere nessuno... nemmeno i tuoi genitori... mi dispiace...". "Cosa cosa? Cos'hai detto a chi?" visto che non volevo farla arrabbiare,risposi:"Chiedi a Lunyra". Mi offrì un pezzetto del pesce che aveva appena pescato e volò via. Dopo essermi mangiata quella leccornia mi avviai anch'io. Appena rientrata nel territorio mi venne un terribile peso al corpo;era l'ansia. Mentre camminavo incontrai Notte (di solito vederla in giro di giorno è strano) la quale mi disse che Lunyra le aveva detto tutto. Il peso sul corpo si era fatto più pesante e in quel momento iniziai a odiare la mia vita,ancora di più di quando mia madre morì. Le risposi quasi piangendo:"Oramai lo sanno tutti che vi ho offeso! Non l'ho fatto apposta!" ma al posto di scappare come prima rimasì lì,facendo cadere le mie lacrime sul viso. "Dai,lo sappiamo tutti che non l'hai fatto apposta" il suo tono mi covvinse. Ad un certo punto tutto il peso che avevo sulle spalle sparì d'improvviso e lo stesso la mia ansia. Iniziammo a chiacchierare un po',ma quando si fece quasi notte ero così stanca che andai a dormire. Ricordo che quella notte sognai mia madre che,mentre io sfregavo il mio muso contro il suo petto,mi diceva:"Io sono sempre qui,accanto a te;non ti abbandonerò nemmeno per tutte le pietre preziose nel mondo".